Quando parliamo di commercio internazionale non dobbiamo mai dimenticarci che per la maggior parte dei Paesi questo tipo di attività occupa una parte molto importante del PIL, giocando così un ruolo chiave dell’economia. In un periodo storico all’insegna della globalizzazione, che offre a consumatori e nazioni la possibilità di esporsi a nuovi mercati, l’importanza dell’internazionalizzazione del commercio è oramai sempre maggiore.
In questo scenario, da sempre l’Italia gioca un ruolo chiave, soprattutto grazie al fascino mai sopito del Made in Italy, espressione oramai in voga da anni per definire e riassumere le grandi qualità di numerosi settori produttivi italiani, fra cui quello manifatturiero, agroalimentare, tessile e tanti altri ancora.
Creatività, processi industriali controllati ed eccellenza delle materie prime sono solo alcuni dei fattori che hanno fatto diventare l’Italia uno dei simboli della qualità nel mondo. Numerosi marchi italiani, di tantissimi settori differenti, hanno saputo svilupparsi e crescere in maniera rapida, raggiungendo negli anni una grande diffusione in tutto il mondo. Un autentico polmone per il sistema economico italiano, che nonostante una fisiologica flessione dovute alle diverse contingenze globali che si sono verificate negli ultimi anni, ha sempre registrato dati in crescita.
Ma se guardiamo all’oggi, com’è cambiato il ruolo dell’Italia all’interno del panorama del commercio internazionale? Quali prodotti esportiamo di più e quali invece sono i Paesi esteri con più richiesta di prodotti italiani? Facciamo luce sullo scenario e su quali sono i trend attuali e futuri, analizzando quali sono gli aspetti di maggior interesse che emergono dati dati.
Verso quali nazioni esportiamo di più?
Prima di tutto, partiamo con qualche dato generale. Come riportato da Il sole 24ore, nel 2022 l’export italiano è cresciuto del 10,3%, con le esportazioni che stanno tornando ai livelli pre pandemici, grazie soprattutto al comparto del turismo e alla spinta dei prezzi. Uno scenario che, al tempo della stesura delle analisi faceva sicuramente presagire dati confortanti anche per il futuro, con delle previsioni per il 2023 di crescita sia per i valori (+5%) che per i volumi (+4%). Come sappiamo, oggi gli scenari, anche internazionali, tendono a cambiare molto in fretta. Tuttavia, tenendo conto che si tratta di informazioni pubblicate a settembre 2022, possiamo assumere che abbiano tenuto conto di quanto sta accadendo ancora oggi nel mercato internazionale.
Insomma, è innegabile come il 2022 sia stato un anno fondamentale in termini di recupero e ripresa, nonostante un contesto segnato da incertezze economiche a livello globale, prima fra tutte la guerra che coinvolge Ucraina e Russia. L’export continua a dimostrarsi una grande risorsa per il presente e per il futuro dell’economia italiana. Ma quali sono i paesi verso i quali l’Italia esporta di più?
Secondo gli ultimi dati ISTAT, Germania, Francia e Stati Uniti occupano le prime posizioni, con dunque due paesi europei relativamente al primo e secondo posto. Seguono poi Svizzera, Spagna e Regno unito, per poi trovare al settimo posto la Cina, con un delta molto ampio se si guarda il confronto con gli Stati Uniti in terza posizione. Non stupiscono, quindi, i diversi tentativi, alcuni dei quali nella stretta attualità, di stringere rapporti più stretti con il paese asiatico. A occupare gli ultimi posti della top ten troviamo infine Belgio, Polonia e Paesi Bassi.
Quali sono i paesi dove l’export di prodotti italiani è cresciuto di più?
Nonostante sia oramai da diversi anni che Germania, Francia e Stati Uniti occupino i primi posti della classifica dei Paesi verso i quali l’Italia esporta di più, nel 2022 si sono registrati dati in crescita anche per altri Paesi, in particolare verso quelli dell’Unione Europea.
In risalto troviamo la Spagna, che ha registrato un +32,3% nei primi tre mesi del 2022, la Repubblica Ceca, con un +27,1%, e la Polonia, con un +20,2%. Sempre in crescita anche i mercati francesi e tedeschi, con relativamente un +18,9% e +18,1%.
Doppia cifra registrata anche per i Paesi extra-Ue, con un generale +21% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno. Dopo gli Stati Uniti (+34,4%) troviamo Regno Unito (+28,1%), India (+26,5%) e Turchia (+23,6%).
Una crescita che ha coinvolto numerosi settori, fra cui l’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, ma anche articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, prodotti petroliferi raffinati e sostanze e prodotti chimici, perfettamente coerente con lo scenario che si è delineato negli ultimi mesi.
Che tipologie di prodotti esportiamo?
Se i dati relativi al commercio internazionale italiano sono in continuo mutamento, con diversi segnali di ripresa delle esportazioni, vediamo ora quali sono le categorie merceologiche e i settori più rilevanti in questo contesto.
Come è facile intuire, il settore agroalimentare rappresenta uno dei simboli dell’export italiano e del Made in Italy. A comandare la classifica troviamo dunque l’eccellenza italiana del Food&Wine, con una prevalenza di vino, formaggi, olio di oliva, pasta e salumi. Basti pensare ai dati del 2020, dove solo considerando l’export di pasta si è segnato un record di vendite soprattutto negli Stati Uniti, Paese che si è posizionato al secondo posto per quanto riguarda i maggior consumatori di Pasta (al primo posto, ovviamente, l’Italia). I prodotti italiani sono apprezzati (e purtroppo imitati) in tutto il mondo per la qualità superiore ma non solo. Negli Stati Uniti, in cui le leggi che regolano il mercato alimentare sono molto meno rigorose, la maggior parte dei prodotti italiani viene automaticamente percepita come cibo sano e salutare, grazie alla minore presenza di additivi di varia natura.
Ma l’eccellenza e la creatività italiana non riguardano soltanto il settore alimentare. Anche parlando di moda, l’Italia resta uno dei maggiori esportatori mondiali: secondo le stime di Camera Moda, alla fine del 2022 l’Italia supererà i 92 miliardi di euro di fatturato e i 75 miliardi di esportazione, con un relativo +11% sul 2021.
Fra gli prodotti che vengono maggiormente esportati dal belpaese troviamo medicinali e preparati farmaceutici, che rappresentano circa il 6% dell’export italiano annuale, ma anche calzature, bevande, automobili e moto, orologi e piastrelle. Un risultato considerevole soprattutto alla luce del tessuto imprenditoriale italiano che, come sappiamo è costituito per la maggior parte di PMI e imprese artigianali. Che spesso reggono l’export e la gestione dei mercati internazionali con uno sforzo marginale molto più elevato rispetto a quello di grandi imprese e multinazionali, che grazie alla gestione centralizzata e alle logiche di scala possono spalmare i costi.
In generale, dopo il settore alimentare e la moda, seguono il mondo dell’arredamento e dei motori. Il primo riguarda soprattutto mobili di design e complementi di edilizia, fra cui spiccano le piastrelle in ceramica, prodotti di grande valore e simbolo di Made in Italy nel mondo. Guardando ai motori, invece, impossibile non ricordare alcuni brand di lusso italiani come Ferrari, Lamborghini, Piaggio, Ducati, nonché Bianchi per quanto riguarda le biciclette.
Osservando i dati dell’export, al di là della contingenza legata a materie prime e semi lavorati, emerge una certezza: i prodotti italiani più apprezzati nel mondo sono quelli artigianali o di ispirazione artigianale, grazie alla maestria del bello e del ben fatto che è diventata una bandiera dell’impresa italiana.
Le aziende piemontesi dove esportano di più?
Se l’export italiano, come abbiamo potuto osservare nel corso dell’articolo, registra dati incoraggianti sia per il presente che per il futuro, l’export consolidato negli ultimi anni dalle imprese piemontesi offre uno scenario ugualmente interessante. Nonostante Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna continuino a guidare la classifica delle regioni italiane che esportano maggiormente all’estero, vantando più della metà delle imprese esportatrici di tutto il Paese, anche il Piemonte nel 2022 ha visto degli ottimi segnali di crescita: nel primo semestre del 2022 la Regione ha registrato 5,9 miliardi di euro, con un aumento rispetto al primo semestre del 2021 di oltre il 14% e del 5,4% rispetto al 2019.