Negli ultimi anni, l’Italia ha visto una rapida crescita del numero di liberi professionisti, con una leggera flessione solo nel periodo post-pandemico. Ciò è dovuto a una serie di fattori, sia negativi, per esempio il difficile accesso al mondo del lavoro, sia di scenario: molte persone infatti hanno riscoperto nella flessibilità di un lavoro freelance indipendente nuove opportunità per migliorare la propria qualità di vita.
Il numero di liberi professionisti in Italia in percentuale rispetto alla popolazione attiva è molto elevato: raggiunge infatti quasi il 20% (19,3% all’ultimo rilevamento). Questi dati si riferiscono al lavoro autonomo nella sua interezza, mentre in questo articolo ci soffermeremo soprattutto sulle tipologie di lavori identificabili come freelance nell’accezione che ne viene data nel parlare comune: professioni per lo più creative o digitali che vengono svolte nella maggior parte dei casi in autonomia.
Il lavoro da freelance, in questo senso, offre molti vantaggi, come la possibilità di scegliere i propri orari e lavorare da casa. Vantaggi che numerose persone hanno rivalutato negli ultimi anni, grazie anche allo spostamento valoriale portato dall’emergenza sanitaria del 2020 e alle nuove opportunità del lavoro remoto.
Se è vero, infatti, che il lavoro autonomo ha visto una leggera contrazione complessiva negli ultimi anni, le professioni freelance sono invece sempre più frequentate e attuali proprio perché spesso garantiscono una maggiore autonomia, anche economica.
Cosa significa lavorare come freelance?
Come libero professionista, un lavoratore autonomo e lavora in modo indipendente, invece di essere impiegato in un’azienda. Questo implica, prima di tutto, la totale responsabilità, sia in termini di carico di lavoro, sia di reperimento dei clienti, sia, infine, dal punto di vista fiscale e gestionale. Insomma, una totale autonomia. Non dimentichiamo però che anche per questo tipo di professione sussistono adempimenti da rispettare, anche se spesso in maniera semplificata.
Esistono molti tipi diversi di freelance: dai consulenti di marketing e web designer ai copywriter e ai traduttori. Alcuni liberi professionisti lavorano interamente online, mentre altri possono viaggiare per incontrare clienti o partecipare a eventi. Questa costituisce la principale differenza fra un freelance e un lavoratore autonomo generico: in generale la definizione di freelance implica un grado di libertà ancora maggiore, dal momento che il prodotto o il servizio proposti sono creati in modo completamente indipendente.
Dal punto di vista fiscale, un libero professionista in generale è un titolare di partita IVA: non ci sono particolari differenze rispetto ai lavoratori autonomi di tipo più tradizionale. Ecco perché è consigliabile, per chi avvia un percorso di questo tipo, farsi supportare dagli esperti di gestione fiscale nell’identificare quale, fra i numerosi regimi fiscali disponibili, è preferibile scegliere.
Un’altra caratteristica che, almeno nella definizione più comune, contraddistingue il lavoro freelance rispetto ad altre forme di lavoro autonomo è il fatto che, in genere il lavoro conduce alla produzione di opere di ingegno o creatività oppure, in termini più generali, non prevede la lavorazione di beni o materie prime. Questo costituisce un indubbio vantaggio, sia dal punto di vista amministrativo, sia da quello della gestione dei flussi di cassa.
Quali sono i lavori da freelance?
Ci sono molti diversi tipi di lavoro freelance disponibili per coloro che sono interessati a lavorare in modo indipendente. Alcuni lavori freelance comuni includono marketing, fotografo, traduzioni, web design, copywriting e giornalismo, ma anche sviluppo di software e gestione dei social media.
I lavori freelance offrono la flessibilità di impostare i propri orari e lavorare da casa o in un altro luogo a scelta: lavoro da casa, coworking o uffici condivisi sono fra le scelte che i freelance fanno più spesso. Il lavoro autonomo di questo tipo ha favorito anche fenomeni come il nomadismo digitale. Non essendo necessario un luogo di lavoro fisico definito molti, soprattutto fra i più giovani, scelgono di lavorare viaggiando.
Negli ultimi anni sempre più giovani in Italia scelgono di diventare lavoratori autonomi. Ci sono una serie di ragioni per cui questa tendenza si sta verificando.
Uno dei motivi è che il tradizionale modello di lavoro in cui si trascorrono in ufficio 8 ore non è più così attraente per i giovani. Preferiscono la flessibilità che offre essere freelance. Possono lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo, purché dispongano di una connessione Internet.
Un altro motivo è che le professioni da freelance consentono ai giovani di essere il capo di loro stessi. Non devono rispondere a nessun altro e possono impostare i propri orari e tariffe. Questa autonomia è molto allettante, soprattutto in un mercato come quello italiano, in cui spesso il lavoro giovanile non è particolarmente remunerativo.
Infine, la crescente popolarità delle piattaforme online ha reso più facile che mai trovare lavoro per i liberi professionisti. Ora ci sono una serie di mercati online in cui le aziende possono pubblicare progetti e i freelance possono offrire il proprio lavoro, non esclusivamente sul mercato italiano. Chiunque, oggi, può proporsi come fornitore in tutto il mondo e, nel caso italiano, con particolare attenzione verso i mercati più floridi e affamati di talenti.
Quanto guadagnano i freelance?
Secondo gli ultimi dati ufficiali “Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 52.980 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 19.900 euro.” Quest’ultimo è leggermente inferiore alla media europea di 22.500 euro. Tuttavia, è importante tenere presente che i freelance in Italia tendono a specializzarsi in determinati campi, come il marketing online, la fotografia, le traduzioni, il web design e il copy; pertanto, è complesso fare un raffronto diretto, in un contesto in cui i freelance non dispongono di un proprio raggruppamento fiscale specifico che permetta di identificarli in modo univoco.
In generale, i guadagni dei freelance variano molto in funzione della capacità imprenditoriale della persona. Quasi tutti i settori infatti hanno ampie forbici di variazione fra la tariffa minima e quella massima per ogni prestazione, con differenze che in alcuni casi sono anche di uno o due ordini di grandezza. Sicuramente i primi anni, specialmente per chi decide di avvicinarsi a questa scelta senza esperienza pregressa, sono i più impegnativi dal punto di vista economico, ma l’evoluzione della situazione personale è diversa in ciascun caso.
Cosa cambia tra lavoro autonomo e freelance?
In realtà, dal punto di vista normativo, non esistono particolari differenze. In generale, ma questa è soprattutto una consuetudine, si considera Libera professione in presenza di una specializzazione che preveda un albo o ordine professionale di riferimento, per esempio il giornalista, l’avvocato, l’architetto e così via, mentre si fa riferimento al lavoro autonomo negli altri casi: commercio, artigianato, consulenze generiche e altri settori che non prevedono raggruppamenti specifici.
I freelance, insomma, possono essere sia lavoratori autonomi, sia liberi professionisti. Come abbiamo accennato, la principale differenza, nella consuetudine, è legata alle modalità di lavoro e alla tipologia di prodotto offerto o di servizio prestato: un freelance in genere offre prestazioni collegate al prodotto del proprio ingegno, che viene ceduto a terzi in cambio di denaro.