L’aumento di materie prime ed energia costringe i panificatori a rivedere al rialzo i prezzi del pane, preoccupando le aziende e CNA Piemonte.

CNA Piemonte e i panificatori del Torinese esprimono la loro preoccupazione sull’aumento delle materie prime. Lo fanno anche dalle pagine del Corriere della Sera, in un articolo che riportiamo. 

La prima testimonianza raccolta è quella di Cristina Beca, proprietaria di un negozio di alimentari in zona Santa Rita a Torino. La sua attività tratta salumi e formaggi tipici, oltre ai preparati del forno della Famiglia Favro di Susa, panificatori dal 1870.

“Nell’ultimo anno ho dovuto aumentare il prezzo del pane ben due volte fino ad alzarlo del 20%. Purtroppo i panificatori sono in difficoltà e ora, con le bollette alle stelle, la situazione sta diventando davvero difficile per tutti”. 

Una preoccupazione per tutta la filiera

Una preoccupazione, quella espressa dalla negoziante, condivisa dall’intera filiera e dalle associazioni di categoria, fra cui CNA. “Nei primi 8 mesi del 2022 i costi energetici sostenuti dalle imprese sono triplicati rispetto all’anno precedente e oggi l’incidenza di questa spesa oscilla tra il 5% e il 15%, praticamente il doppio rispetto al 2021” — queste le parole di Piero Rigucci, presidente dell’associazione panificatori di Cuneo della CNA — “In buona sostanza, sono in crisi tutte quelle attività che lavorano a ciclo continuo con macchinari alimentati a energia elettrica o con forni a gas come noi imprese del settore dell’arte bianca. Tutto costa di più: carburante, farine, olio, mozzarella”.

Le stesse preoccupazioni esperte da CNA cuneo si ritrovano nelle parole dell’Associazione autonoma panificatori della provincia di Torino. “Per ora abbiamo alzato i prezzi solo del 5% ma, se la crisi economica causata dalla guerra non termina velocemente, saremo costretti a gravare ulteriormente sul borsellino dei nostri clienti, nonostante i loro stipendi non abbiano subito alcun adeguamento ISTAT” — Mattiazzo Franco Carlo, presidente dell’associazione spiega in questo modo uno scenario tutt’altro che rassicurante. Dalla sua posizione di titolare di un panificio storico di Rivoli, dove trovano impiego i suoi fratelli, i figli e alcuni nipoti, racconta l’aumento delle materie prime. “Latte, pelati, burro professionale: non c’è materia prima il cui costo non sia salito del 15-20%”.

Le aziende costrette a ritoccare i margini per non eccedere nei rincari

Una situazione che incide in modo significativo sulla marginalità delle imprese, che vedono diminuire i loro utili quasi su base giornaliera. Come racconta Raffaele D’Errico, che dal 2019 propone all’ingresso del celebre mercato centrale il pane di Porta Palazzo, che in pochi anni, e in un periodo non particolarmente favorevole, ha saputo diventare un punto di riferimento per il torinese. “In pochi mesi il nuovo giro di lavoro ha dato solidità alla mia impresa. Ora è tutto diverso e non perché si lavori di meno, ma perché spendo il 12% delle mie uscite per pagare le bollette“.

Anche Confesercenti sottolinea lo stato di emergenza e richiede provvedimenti. Così il Presidente di Torino e Provincia, Giancarlo Banchieri: “Commercio e turismo sono allo stremo. Serve subito il tetto al prezzo dell’energia, e contributi ben più sostanziosi di quelli elargiti finora per imprese e famiglie”. 

Una posizione condivisa anche dal celebre  fornaio torinese Andrea Perino, che però estende il ragionamento al tema della sostenibilità, ritenendo l’attuale crisi globale “un chiarissimo segnale sulla necessità, non più procrastinabile, di fare economia senza gare al ribasso e attuando politiche realmente etiche e sostenibili per tutti, incluso l’ambiente in cui viviamo”.

CNA alla ricerca di una strategia per la salvaguardia delle aziende

In attesa di capire come lo scenario evolverà nei prossimi mesi, auspicando che la crisi energetica non peggiori ma preparandosi ad ogni eventualità, CNA Piemonte ricorda che  «stiamo avviando azioni di contatto con altre realtà omologhe a livello europeo per fare fronte comune nel tentativo di bloccare le speculazioni in particolare con le associazioni dei panificatori francesi».

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