Pubblicare libri era, in passato, un’attività complessa. Bisognava trovare un editore disposto a pubblicare l’opera, il che significava farsi strada fra numerosissimi aspiranti scrittori. Oggi, grazie all’autopubblicazione, o self publishing, è tutto più semplice: chiunque può creare il proprio libro in formato digitale e proporlo al pubblico, tipicamente attraverso la promozione e la distribuzione via Internet.

L’autopubblicazione è un ottimo modo per far pubblicare libri senza dover passare attraverso una casa editrice tradizionale. Possiamo controllare l’intero processo, dalla scrittura al marketing, e decidere quante opere e con quale cadenza pubblicarle, in modo completamente indipendente.

Un discorso a parte tuttavia merita la promozione: una volta realizzato un libro in self publishing, infatti, per poterlo trasformare in un’attività redditizia è necessario farlo arrivare al pubblico. Tipicamente, dal momento che l’autopubblicazione è una attività che presuppone un uso intensivo degli strumenti online, anche la promozione avviene attraverso questi canali. Anche se in questo articolo non ci addentreremo negli aspetti promozionali, è bene tenerlo a mente.

Cosa è il self publishing?

L’autopubblicazione permette di pubblicare un libro, o di una serie di libri, senza l’aiuto di una casa editrice tradizionale. Ciò significa tutto il processo è in mano all’autore, dalla scrittura e revisione del testo alla progettazione della copertina e del layout, al marketing e alla vendita.

Il Personal publishing può essere un ottimo modo per vendere le proprie opere, senza bisogno di ricercare un editore e trovarsi a concorrere con il numero sempre più alto di aspiranti scrittori. Inoltre è un ottimo modo per commercializzare opere nelle nicchie di interesse, che non attraggono grandi investimenti con i loro numeri. 

Ai minimi termini, si tratta di produrre il libro in un formato digitale, tipicamente Microsoft Word o Adobe PDF, e utilizzare uno o più dei numerosi servizi online che offrono questa possibilità.

Self publishing: libri cartacei o ebook?

Chi si avvicina all’autopubblicazione da neofita potrebbe trovarsi bloccato da questa domanda. La realtà è che oggi grazie al digitale, i confini fra il mondo dei libri digitali e quelli cartacei si è di molto ridotto. Grazie al print on demand infatti è possibile stampare i libri all’atto dell’ordine, anche di una sola copia, permettendo di fatto a chiunque di produrre libri cartacei senza investimento iniziale. 

Proprio per questo motivo molti servizi, per esempio Kindle Direct Publishing di Amazon, Lulu.com e ilmiolibro.it, offrono sia la possibilità di distribuire il proprio libro come ebook, sia di scegliere il formato cartaceo. Questa è una buona notizia, perché di fatto permette di ridurre gli investimenti, anche di tempo, necessari per raggiungere il maggior numero possibile di canali di vendita. 

Come iniziare a fare self publishing?

L’autopubblicazione è diventata un’opzione popolare per gli autori negli ultimi anni. Ci sono molti vantaggi nell’autopubblicazione, incluso il mantenimento del controllo creativo e una percentuale più alta di royalties. Per iniziare a pubblicare in autonomia, ecco alcune cose da considerare.

Innanzitutto, è consigliabile scegliere una piattaforma per la pubblicazione (ci si potrà poi allargare alle altre una volta presa confidenza con il sistema). Esistono diverse piattaforme di autopubblicazione disponibili, quindi è importante fare qualche ricerca prima di effettuare la scelta. 

Amazon Kindle Publishing è il punto di partenza più generale possibile, ma le altre opzioni citate possono avere altri vantaggi. Per esempio, ilmiolibro.it è collegato al circuito di Feltrinelli, mentre Lulu.com semplifica l’ottenimento di un codice ISBN e offre margini più alti per l’autore. Fra gli altri YoucanPrint, pur seguendo logiche leggermente diverse, permette anche la pubblicazione tradizionale e la distribuzione in libreria, mentre esistono anche servizi “tutto in uno” come StreetLib SelfPublish o Frenico che permettono di distribuire il proprio libro su tutte le principali piattaforme, di solito a fronte di un margine più ridotto e di procedure di creazione e invio dell’opera più complesse.

Dopo aver scelto una piattaforma, bisognerà creare il documento (il file che contiene il libro) seguendo le linee guida specifiche della piattaforma. Un processo che richiede un po’ di pratica ma che di solito è dettagliatamente documentato all’interno della piattaforma stessa.

Quali sono i costi da sostenere?

In realtà i costi sono molto variabili, escludendo naturalmente il tempo necessario per la stesura. Teoricamente, è possibile proporre per la pubblicazione anche un semplice “documento” di Word molto semplice, ma in questo caso il rischio di non incontrare i requisiti minimi richiesti dalle piattaforme è molto alto. 

Anche per questo, i costi possono variare ampiamente, a seconda della qualità del prodotto finito che si desidera e dei servizi utilizzati. Ad esempio, assumere un revisore professionista può costare da qualche centinaio a diverse migliaia di euro, così come avvalersi dei servizi di grafici e impaginatori.

Per capire se si tratta di una attività potenzialmente redditizia, è necessario capire quanto si guadagna con il self-publishing. La risposta non è semplice, perché ciascuna piattaforma ha proprie politiche di prezzo: Amazon per esempio per gli ebook ha due modalità: una “semplice” in cui all’autore viene riconosciuto il 35% del prezzo di copertina per ciascuna copia venduta, e una più complessa in cui le royalties salgono al 70% ma all’autore vengono attribuiti alcuni costi, come quelli di trasferimento del file al megabyte. Inoltre, soprattutto per gli ebook, i prezzi devono essere mantenuti molto competitivi. Tralasciando la possibilità di distribuire il proprio libro gratuitamente, che segue logiche diverse, e considerando che si trovano anche ebook con un prezzo di copertina di 99 centesimi. Fatti i dovuti conti, per poter considerare l’attività redditizia, è necessario avere un potenziale di vendita di qualche migliaio di copie almeno.

E i diritti d’autore?

La disamina sui diritti d’autore per i libri anima gli autori da moltissimo tempo. Soprattutto online, se ne parla praticamente dall’arrivo di Internet. 

Il presupposto iniziale è che, a livello teorico, l’apparato normativo difende il diritto intellettuale su qualsiasi operasenza bisogno di ulteriori azioni. In pratica l’autore di un libro (ma anche, per esempio, di una fotografia o una canzone) ne acquisisce automaticamente i diritti all’atto della creazione. 

Nella pratica, però, perché questa tutela abbia effetto, è necessario poter rivendicare e dimostrare la paternità dell’opera. Questo è possibile in molti modi, alcuni legali altri empirici. La strada più sicura, e costosa, è quella dell’iscrizione alla SIAE, nello specifico alla sezione OLAF. In questo caso sarà l’ente a occuparsi di tutti gli aspetti di tutela, su istanza dell’autore. 

Ai minimi termini, tuttavia, la pubblicazione stessa dell’opera permette di dimostrare di esserne l’autore. Alcuni, negli anni, hanno adottato strategie intermedie come il deposito notarile, sicuro ma costoso, oppure l’invio di una copia del manoscritto via raccomandata a sé stessi, conservando poi il plico chiuso. Dal punto di vista legale si può ottenere lo stesso effetto con la posta elettronica certificata, inviando l’opera in allegato al proprio indirizzo, conservando messaggio e marcatura temporale. Tutti stratagemmi che permettono una tutela, minimale ma economica, del proprio diritto d’autore. 

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